Neonato scomparso, il padre tenta il suicidio in carcere

NERETO – Sta bene Denny Pruscino, il padre acquisito del piccolo Jason, che stamani aveva tentato di togliersi la vita nel carcere di Marino del Tronto ingerendo una mistura di candeggina e acqua. L’uomo è stato dimesso poco fa dall’ospedale di Ascoli Piceno, dove i sanitari l’avevano trattenuto per qualche ora in osservazione, ed è già stato riaccompagnato in cella dagli agenti di custodia.   "Denny Pruscino – ha detto all’Ansa il suo difensore, l’avvocato Felice Franchi – ha tentato di uccidersi stamani, in cella". Franchi si era recato nella casa circondariale di Marino del Tronto dove l’uomo è rinchiuso (la moglie, Katia Reginella, è detenuta a Teramo) per un colloquio già fissato con il suo assistito: lo ha incrociato mentre veniva caricato in barella a bordo di un’ambulanza, diretta al pronto soccorso dell’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli. "Sembra che il ragazzo abbia ingerito candeggina e appariva molto dolorante all’addome" ha aggiunto. Jason è nato da una precedente relazione della madre, arrestata insieme a Pruscino per abbandono di minore e maltrattamenti aggravati dalla morte del piccolo, il cui cadavere sarebbe poi stato nascosto. Katia Reginella sostiene che il figlio è morto dopo una caduta accidentale in casa, Pruscino dice invece che il neonato potrebbe essere ancora vivo, forse all’estero. Vane finora le ricerche. "Basta con le conferenze stampa e i processi mediatici. Riconduciamo questa vicenda nel binario processuale corretto". "Denny è molto provato dalle accuse mosse nei suoi confronti dalla moglie" osserva Franchi. "Anche se molto sofferente, nei pochi istanti in cui ho potuto vederlo mi ha detto di aver tentato di uccidersi perchè ‘sono innocente e amo Katia’". Nelle ultime ore precedenti al tentativo anticonservativo Pruscino aveva scritto una lettera alla moglie, ma il legale gli ha impedito di spedirla: "non vorrei venisse interpretata come un tentativo di Denny di manipolare Katia", ha spiegato.